20 maggio 2011

A quella fermata


La incontravo sempre alla fermata dell'autobus. Vicino a quel gruppo di ragazze chiassose e colorate c'era lei: bella, con dei capelli ricci e scuri e due occhi neri e profondi ma stava sempre sola, in disparte. Non parlava, e non guardava, i suoi occhi andavano oltre, cercavano un orizzonte che noi non vedevamo. Vestita di nero, giubotto di pelle e un borsone verde militare. Niente rosa, niente cuffiette alle orecchie. Eppure andavano tutte nella stessa scuola. Ma lei era diversa. Quando le passavo accanto, per recarmi al lavoro, mi guardava fissa negli occhi per un attimo e poi tornava tra i suoi pensieri. Tante volte avrei voluto fermarmi, parlarle, capire, mi sembrava tanto sola ma allo stesso tempo sicura di se. Avevo la sensazione che non avesse bisogno di altri. Si bastava. Sembrava più grande rispetto alle altre. Sembrava di più. Poi un giorno non l'ho vista più. Ma ancora oggi, quando ripasso a quella fermata, ricordo quella ragazza e mi rimprovero di non averla mai avvicinata. Non saprò mai cosa celasse quello sguardo che ogni mattina mi riservava. Mai saprò.

16 commenti:

  1. L'hai scritto tu???Romanticona ^_^
    Gi Nanet

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  2. Alcune persone si distinguono dalle altre e ci colpiscono proprio per quello.
    Belle parole.
    Baci

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  3. Quante volte non l'ho fatto io? Decine.

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  4. Mi riconosco un po' in quella ragazza.. Quando andavo a scuola, me ne stavo là.. distante dagli altri e distante da tutto. Mi rammaricavo che nessuno si avvicinasse a me, ma, mi sono accorta solo dopo tanto, ero io ad allontanarli.
    Non rimproverarti.. ci sono persone che non hanno il desiderio/la capacità di condividere il proprio mondo. A volte è così per sempre, a volte le cose cambiano.. ma dipende soltanto da loro e non da chi gli è intorno.
    Un abbraccio

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  5. concordo con testadiC.. mi ci sono rivista pure io. A volte non è necessario entrare nella vita degli altri, a volte è proprio quel chiedersi senza sapere che ci necessita.

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  6. Eccomi, ero anch'io. Quella ragazza, solo che io non avevo il giubbino di pelle.
    E non ero sicura di me, anzi, avevo una paura incredibile dell'altro.

    Ma allo stesso tempo, non ce la facevo proprio a stare con l'altro, non ci riuscivo, non sapevo cosa dire, no.

    Ti lanciavo lo sguardo, perché mi piace osservare. E se ti fossi fermata, avremmo discusso di libri e bevuto una cioccolata calda insieme.
    Ma nulla è perduto ;)

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  7. Quante belle donne allora attraversano la mia "strada".... TestadiC, NespolamiaNespola, nuvoleblu ;)Ma con voi non sbaglierò. Vi osservo, vi parlo. E mi fermo.


    @Topaus è sempre bello leggerti e leggerti qui ;)

    @Squilibrato allora non sono stata l'unica a perdere questi momenti..?!

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  8. Mi rivedo in quei capelli lunghi e ricci, negli occhi scuri, e nella tendenza a stare in disparte ..

    ... che bella storia Barbara. Magnificamente scritta.

    Un sorriso. Antonia.

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  9. Grazie. E detto da te è stupendo.
    Adoro il tuo modo di raccontare. Adoro la principessa che si è trasformata in ranocchio ;)

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  10. Magari si sentiva "esclusa", o estraniata. Alla fine dei conti spesso ci ritroviamo immersi in situazioni che non ci appartengono. E le cose da fare sono due: integrarsi o fare come questa ragazza, stare in disparte, senza provare a capire, a condividere, perché alla fine dei conti ognuno di noi basta a se stesso, gli altri sono il piacevole contorno di ogni giorno. E non ho dubbi: quella ragazza aveva il suo contorno piacevole, lontano da quel gruppetto di oche giulive. :-)

    Ciao Barbara.
    Grazie per essere passata dal mio grazie per i complimenti e grazie per il commento. A presto :-) PS: complimenti a te per il blog :)

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  11. ...sguardi, pensieri che non avranno mai risposta, ma che lasciano una traccia...di noi...

    un saluto a te Barbara...kiss...

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  12. @Filippo si è proprio cosi. Grazie a te e torna quando vuoi ;)

    @angeloblu senza risposte ma è bello ogni tanto ripensarci.. kiss

    @Rossella semplicemente...grazie.

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